Lacrime di donna

 

Interpreti

Samanta Misuraca

Liliana Marciante

Andrea Vaianella

Alessandro Cognata

 

Costumi

Marina Marchica

 

Regia

Salvatore Venezia

 

La storia della guerra, ha sempre parlato di sangue, del sangue degli uomini, versato sul campo per il potere dei potenti. Il sangue dei figli come le lacrime di una madre. Il sangue dei figli come il sangue della nascita, frutto di dolore, di un parto di gioia e di lacrime per i figli. La storia di uomini uguali che cambiando epoca e casacca lottando gli uni verso gli altri, senza sapere mai perché, o solo perché qualcuno li ha nominati, identificandoli come nemici. Fratelli divisi dalla nascita, dalla paura di vivere e di sopravvive ad un domani che li ha divisi.

Madri, che partoriscono con dolore la purezza della vita, lenzuolo bianco simbolo di nascita e di morte. Madri che aspettano il ritorno dei figli, vivendo in un oblio di ricordi, quasi un circolo vizioso di follia tra paranoie passate, mariti ormai defunti e figli, che non torneranno più.

La messa in scena racconta con ironia pirandelliana, frutto della natura del popolo siciliano, la vita di due uomini, nudi alla nascita, ma in divisa nella morte, che riconoscendosi nella loro stessa esperienza di guerra si affrontano, forse e solo per salvarsi la pelle, perché il nemico è sempre il nemico e va ucciso. La brutalità della prigionia, letta con l'ausilio di un quadro cinematografico, che riprende e proietta in scena, la paura e l'odio di essere in guerra. due madri, due vite, la stessa storia. L’attesa della vita con il dolore del parto e la l'attesa di un ritorno che trova nelle lacrime e nel silenzio la sua fine. Le guerre accomunano tutte le madri con le loro lacrime.

Salvatore Venezia

 

Questo corto è stato presentato a Verona ad Aprile 2013 nella Rassegna UILT "Braevi: in latino come sarà?" stupendo il pubblico per l'intensità della performance. 

Il 22 marzo 2014 è stato presentato a Matera nel festival "Ritagli-atti 2014" , classificandosi al secondo posto e vincendo il premio "Miglior Attrice Protagonista", andato a Liliana Marciante.

Malarazza

Interpreti

Franco Bruno

Nicola Puleo

Maria Grazia Catania

 

Costumi

Marina Marchica

 

Regia

Salvatore Venezia

 

La brutalità di un amore diviso tra il marito e l’amante vede come protagonista l’avidità degli uomini nella materialità di un amore, cercando nella rievocazione della donna mai troppo amata il realizzarsi dei desideri terreni. “Malarazza” un viaggio attraverso le tradizioni siciliane che conciliano l’adattamento in vernacolo, con il testo originale di italo Svevo. Sviscerare un testo, come Terzetto Spezzato, ridurlo nei tempi di un corto teatrale, ha acceso l’interesse e la fantasia verso una messa in scena capace di non tradire l’originalità di svevo ma arricchendola con immagini suoni ritmi propri del popolo siciliano. 

Ambientato il venerdì santo l’azione si svolgerà in un cimitero dove la donna, “impugnando un bastone contro il padrone”, si prenderà una rivincità nei confronti degli uomini, portandoli nel mondo delle ombre.

La scelta dell’adattamento linguistico si baserà su tre differenti idiomi,proprio per dare maggiore importanza ai diversi dialetti, del resto da sempre ci si dibatte nel capire se in sicilia si possa parlare di un solo dialetto o di una molteplicità di dialetti. la prima base linguistica adottata riguarderà l’uso del dialetto siciliano nelle sue forme più arcaiche, scegliendo come culla della lingua  la zona ovest della terra di pirandello, in tal guisa i personaggi si confrontano con le loro radici arando il terreno delle tradizioni e delle credenze popolari; la seconda scelta linguistica,  vedrà l’influenza dell’italiano, in particolare attraverso la contaminazione di termini espressi in italiano, dando spunto alla  riflessione sul quel periodo degli anni ’80 in cui parlare in dialetto non era “bene”, infine un dialetto “camilleriano”, fatto di influssi e di suoni siciliani, ma, mantenendo la struttura  delle frasi in italiano. Indubbiamente la scelta delle diverse facce del dialetto ha contribuito ad  un adattamento che ha diretto lo sguardo verso forme di tradizioni ormai da tempo accantonate, che solo i “nonni” ancora riescono nel poco tempo a loro dedicato, a tramandare.

Franco Bruno, Nicola Puleo e Maria Grazia Catania sono gli attori grazie ai quali il corto teatrale Malarazza ha potuto esprimere l’innesto svevo-siciliano, creando un’atmosfera mistica ed insieme surreale attirando l’attenzione del pubblico grazie anche un gioco di luci e di ombre piene di significati simbolici, legati alla trinacria.

 

Salvatore Venezia

 

Questo corto è stato selezionato ed ha partecipato ai seguenti festival:

Braevi - 2012

Ritagli-atti - 2013 - PRIMO Classificato

Corteggiando - 2013

Replay

Interpreti

Maria Grazia Catania

Liliana Marciante

Salvatore Venezia

 

Costumi

Marina Marchica

 

Regia

Franco Bruno

 

 

Dark (Rose),  Vecchia (Marie Louise) e Body (Armand) vivono in luogo buio, deserto e senza tempo. Vestiti  come  barboni,  accatastati  l'uno  sull'altro  e protetti da un riparo di cartone. I loro corpi fusi,  dormono  un  sonno  innaturale. Poi, un secco ordine, Replay,  li  sveglia, e ne riporta indietro nel tempo le menti.

Replay è un gioco: la ripetizione di un incontro avvenuto nel giardino di Rose. Essi si alzano, a memoria ripetono i gesti preparatori di una cerimonia ripetuta infinite volte; si vestono con sagome di abiti indossati nel giardino; attori che controvoglia prendono posizione per la loro entrata in scena. Finti attori, finti gesti e finte battute. Il gioco del Replayriduce i personaggi a pure marionette mosse da un potere occulto, nato dalle loro stesse menti. Nel gioco evocano il proposito di andare a Parigi, in città. Un momento delle loro vite, in cui l’illusione alimentava i sogni segreti di ognuno di loro.

Parigi ha attraversato le loro vite risucchiandone i desideri e la voglia di coltivarne. Il grembo-giardino che li recludeva e li proteggeva dalle insidie del mondo esterno non c'è più, è solo un ricordo.

L’opprimente rumore si manifesta inatteso e minaccioso; è l'unico cambiamento della loro non-vita. Anche il gioco del Replay,quando c'è il rumore, si blocca.

Il rumore evoca nei tre, paura e terrore; ma il suo improvviso manifestarsi li attrae, perché è l'unica novità, l'unico imprevisto che spezza il monotono procedere del gioco.

Rumore dopo rumore, il Replay continua infinito.

 

Franco Bruno

 

Replay è stato selezionato ed ha partecipato ai seguenti festival di Corti teatrali:

Ritagli-Atti 2012 - classificandosi al secondo posto

Corteggiando 2012

Inventaria 2013

Teatri riflessi 2013

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