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Ritagli-atti 2015: Teatroltre ancora sul podio!

Il monologo “Sono le storie che fanno ancora paura ai mafiosi”, scritto ed interpretato da Franco Bruno, presentato venerdì 27 marzo 2015, a Matera, in occasione del 5° festival nazionale di Corti Teatrali, ha conseguito il TERZO posto.

E' il secondo riconoscimento per questo monologo: infatti lo scorso ottobre, era arrivato SECONDO a Piacenza nell'ambito del festival di corti "Corteggiando".

Il testo, come lo spettacolo “Da sud a sud, da sole a sole” si basa sulla storia vera di Lia Pipitone, giovane donna palermitana, fatta uccidere dal padre il 23 settembre 1983, perché i comportamenti della figlia stavano mettendo a disagio lui e la cosca mafiosa a cui egli apparteneva. Nel monologo Franco Bruno interpreta proprio il padre della scomparsa Lia Pipitone, cercando di spiegare, a suo modo, le ragioni che l’hanno condotto a prendere certe decisioni.

Il festival “Ritagli-atti”, giunto alla quinta edizione, ha visto negli ultimi 3 anni la partecipazione continua di Teatroltre, che ha raccolto nelle varie edizioni un primo posto assoluto, con il corto “Malarazza” di Salvatore Venezia nel 2013, 2 secondi posti, con i corti “Replay” di Franco Bruno nel 2012 e “Lacrime di Donna” di Salvatore Venezia nel 2014, e un premio per la migliore attrice protagonista, andato a Liliana Marciante lo scorso anno per la sua performance nel corto “Lacrime di Donna”.

Quest’anno la manifestazione si è svolta nel Teatro Comunale della “città dei sassi” e vede sette compagnie in gara. La compagnia saccense, reduce dall’organizzazione della seconda edizione di “S…Corticando”, torna in meno di una settimana sul palco, stavolta da concorrente con un monologo forte e struggente, scritto, diretto e interpretato da Franco Bruno; regia audio e luci di Maria Grazia Catania.

Dicono di noi su Ferrandina.info :

"Al terzo posto secondo la giuria di esperti si è classificato “Teatrolte” di Sciacca (Agrigento) che ha presentato “Sono le storie che fanno ancora paura ai mafiosi” con l’adattamento e la regia di Franco Bruno.[..]Di grande impatto scenico la svestizione progressiva dell’attore durante il monologo, quasi volesse mettersi a nudo per alleviare le sue colpe. Una meritevole introspezione nella mentalità mafiosa: “quando le cose sono semplici gli altri le complicano” dice il protagonista. La sua è una lucida disperazione in attesa che “due angeli scesi dal cielo possano rimettere le cose a posto”. Si sente tutto l’inesorabile destino tracciato, però, dalla mano dell’uomo e dalla cultura mafiosa."

 

 

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